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PRESTITI INPS PER DIPENDENTI PUBBLICI: COSA C'E' DA SAPERE

La cessione del quinto per dipendenti pubblici non è l’unica categoria di prestiti dedicata agli impiegati di questo comparto.

28 Maggio 2021

4' di lettura

PRESTITI INPS PER DIPENDENTI PUBBLICI: COSA C'E' DA SAPERE

La cessione del quinto per dipendenti pubblici non è l’unica categoria di prestiti dedicata agli impiegati di questo comparto. Molti infatti non sanno che l’INPS mette a loro disposizione dei prestiti pluriennali che si possono richiedere per affrontare documentate necessità personali e/o familiari. In questo articolo spieghiamo come funzionano e chi può accedervi.

Chi può richiederli

Possono richiedere i prestiti pluriennali INPS  i dipendenti pubblici e i pensionati iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (cd. Fondo Credito GDP) e il personale di Poste Italiane SpA in attività di servizio iscritto alla Gestione Fondo Credito ex IPOST.

La disponibilità di questi finanziamenti è legata al bilancio annuale dell’Istituto, che stabilisce l’entità delle risorse da dedicare a questa attività.

Come funzionano i prestiti INPS per dipendenti pubblici

Il prestito può avere durata quinquennale (60 rate mensili), o decennale (120 rate mensili). La prima rata viene trattenuta a partire dal secondo mese successivo a quello di erogazione della somma.

Le rate mensili vengono trattenute in busta paga fino a conclusione del piano di ammortamento. La modalità di rimborso è quindi la stessa della cessione del quinto per dipendenti pubblici.

Il dipendente che ha un a cessione quinquennale o decennale in corso può affiancargli anche un piccolo prestito, la cui durata va da 12 a 48 mesi.  

Oltre a questi può anche affiancare al prestito pluriennale una cessione del quinto, sempre tenendo conto della propria quota cedibile dello stipendio.

In caso di cessazione dal servizio con diritto a pensione, prima dell’estinzione del prestito, l’efficacia del medesimo prosegue sul trattamento pensionistico. La trattenuta non può però essere superiore al quinto della pensione mensile al netto delle ritenute fiscali

Se la trattenuta mensile è superiore al quinto della pensione, l'istituto ricalcola il piano di ammortamento recuperando la quota in eccesso sul TFR / TFS , applicando sino al momento della maturazione del diritto al suo pagamento interessi semplici, nella misura del tasso d'interesse applicato al prestito.

In caso di cessazione dal servizio senza diritto a pensione oppure con pensione differita, prima che sia estinto il prestito, il debito rimanente viene recuperato dall'INPS sul TFR / TFS .

Il decesso del beneficiario del prestito estingue ogni obbligazione. L’INPS non procede nei confronti degli eredi per recuperare il debito residuo.

Prestiti pluriennali e cessione del quinto per dipendenti pubblici

Questi prestiti hanno molte caratteristiche in comune con cessione del quinto per dipendenti pubblici. Prima di tutto la rata viene trattenuta direttamente dalla busta paga. Poi ci sono i tassi di interesse, TAN e TAEG, che sono fissi. La rata è costante fino a scadenza del piano di ammortamento. Anche il prestito pluriennale prevede un premio fondo rischio che varia in base alla durata del finanziamento e ala fascia di età alla sua scadenza.

Come nella cessione del quinto, il rinnovo di questi prestiti prevede l’estinzione anticipata del precedente. Il rinnovo può essere richiesto solo dopo aver superato il 40% del piano di rimborso.

Cosa cambia rispetto alla cessione del quinto

La cessione del quinto differisce sotto due aspetti fondamentali. Per prima cosa l’INPS non è parte del contratto del finanziamento. Il cliente stipula infatti il contratto con la Banca o l’Istituto Finanziario e, nel caso di cessione del quinto per pensionati, l’INPS interviene solo per trattenere e versare la rata mensile.

Inoltre il prestito pluriennale viene concesso solo in caso di documentate necessità personali e/o familiari, che sono elencate in maniera precisa all’interno del regolamento. La cessione del quinto per dipendenti pubblici è invece un prestito non finalizzato, non bisogna quindi indicare le motivazioni per cui si richiede e la cifra ottenuta può essere spesa a proprio piacimento.

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